Parole del Cardinale Arcivescovo di Barcellona, ​​Lluís Martínez Sistach Dr. e Presidente dell’Istituto di Liturgia di Barcellona, ​​nella commemorazione del Primo Congresso di Liturgía di Montserrat, San Anselmo, Roma 7 maggio 2015.
Sono molto grato che nel X Congresso Internazionale di Liturgía «Carmina Laudis» che si tiene in questo prestigioso Pontificio Istituto di Liturgía, si commèmori il centenario del Primo Congresso Liturgico di Montserrat (1915-2015).
Sono lieto anche di concludere questo atto accademico in questa sede per i rapporti che l’Istituto Superiore di Liturgia di Barcellona ha con questo Pontificio Istituto e per il mutuo arricchimento che abbiamo con i professori che ci visitano e che noi visitiamo.
Il primo Congresso Litúrgico di Montserrat è frutto del lavoro nel campo biblico e liturgico del nostro Monastero benedittino che è l’anima della Catalogna. Mi piace ringraziare all’Abbate di Montserrat questo lavoro e questo servizio. E gradisco qui a Roma ed a Sant’Anselmo ringrazziare anche agli sperti in liturgia che abbiamo avuto a Barcellona ed nelle altre diocesi di Catalogna che hanno lavorato nel Concilio Vaticano II e concretamente nella preparazione della costituzione Sacrosanctum Concilium ed anche nella sua aplicazione. Penso in queso momento a Adalbert Franquesa, Manuel Bonet, Pere Tena tra tanti altri.
Il primo Congresso Liturgico di Montserrat, nel 1915, ha un significato importante nella storia del Movimento Liturgico. Lo scorso aprile abbiamo celebrato a Barcellona e a Montserrat il IV Congresso Liturgico di Montserrat, in occasione di quel centenario.
Quel Congresso significò molto per la pastorale liturgica delle diocesi catalane e, in qualche modo, insieme a tutto il Movimento Liturgico, preparò la celebrazione del Concilio Vaticano II e la costituzione conciliare Sacrosanctum Concilium.
In quel Congresso partecipò il geniale architetto Antoni Gaudí. L’architetto della Basilica della Sagrada Familia, di Barcellona, ​​si alimentava, come uomo, come credente e come architetto, di tre libri: il libro della natura, il libro della Bibbia e il libro della Liturgía. Teneva sul suo comodino i quindici volumi de l’Anné Liturgique, dell’ abate Guéranger, e li leggeva in francese. Benedetto XVI ci disse, nella sua omelia in occasione della dedicazione della Basilica, che Gaudí «uní la realtà del mondo e la storia della salvezza, così come viene raccontata nella Bibbia e attualizzata nella Liturgía». Natura, Bibbia e Liturgía, sono le tre chiavi per interpretare l’immanenza e la trascendenza nella Basilica gaudiniana della Sagrada Família.
Gaudí morì prima del Concilio Vaticano II, ma fu precursore di contenuti conciliari di Liturgía, come si può osservare nel suo capolavoro della Sagrada Familia.
Gaudí progettò il tempio della Sagrada Familia come quello che deve essere una chiesa: casa di Dio e della comunità cristiana per la celebrazione del culto, soprattutto dell’Eucaristia. Nella Basilica c’è solo un altare, una sede per il presidente dell’assemblea liturgica e un púlpito per la Parola di Dio. Gaudí si curò dell’ ars participandi e dell’ ars celebrandi. Tutto questo è parte integrante della dichiarazione conciliare Sacrosanctum Concilium.
Nello splendido sfondo della Basilica della Sagrada Familia, quel memorabile 7 novembre del 2010, potemmo partecipare all’ ars celebrandi e all’ ars participandi che si ottenne per mezzo del presidente dell’assemblea -il Papa Benedetto XVI-, il rito della dedicazione – cosí ricco di simbología- l’artista – Antoni Gaudí, cristiano esemplare e geniale architetto-, il tempio bellissimo e unico al mondo e l’assemblea attiva e partecipante. Per tre ore, scrivemmo un bellissimo inno di lode e gloria a Dio che ci fece assaporare, in qualche modo, la Liturgía celeste.